Sono positivi i giudizi delle organizzazioni sindacali all’indomani dell’accordo fra Fastweb e Wind Tre sullo sviluppo di una rete condivisa 5G. Le due compagnie hanno siglato un accordo strategico per mettere insieme le forze nella realizzazione della rete di nuova generazione. Non è un matrimonio come spesso si è ventilato in passato. Ma l’accordo è certamente di peso e avrà una durata di 10 anni.
«Riteniamo molto positivo l accordo decennale tra Fastweb e Wind Tre» dice il segretario nazionale Uilcom Pierpaolo Mischi. «Le compatibilita sinergiche delle due aziende – aggiunge – sono determinanti per l’intero settore delle tlc che continua a vivere un momento di contrazione complessiva. Le frequenze 5G ereditate da Fastweb con l'operazione Tiscali saranno determinanti anche per Wind Tre. Siamo fiduciosi che si possa finalmente voltare pagina nel settore stesso e che al posto di una ipercompetizione possa emergere una nuova stagione di alleanze e di fusioni anche sugli asset delle infrastrutture di rete. Sono altresì convinto che ne gioverebbe l'occupazione ed il sistema nel suo complesso». Inoltre «il prossimo 3 luglio in occasione dell'incontro previsto con i vertici di Wind Tre chiederemo ulteriori dettagli dell'operazione e delle prospettive che ne deriveranno da tale accordo».
Di «un accordo positivo per il settore» parla Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl. Fastweb e Wind Tre «danno luogo a sinergie tecnologiche che mettono insieme esperienze di eccellenza tra fibra e antenne, sviluppando una infrastruttura innovativa in grado di competere con gli altri operatori in un mercato sempre più selettivo come quello delle telecomunicazioni». Come sindacato, aggiunge Serao, «al di là dell'accordo commerciale, siamo interessati anche a capire l'evoluzione di possibili convergenze societarie che possano portare a una razionalizzazione attraverso aggregazioni e fusioni degli attuali e troppi operatori a vantaggio della competitività di qualità, dell'innovazione, della redditività del settore e della tutela dell’occupazione».
«Non sappiamo – afferma dal suo punto di vista Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil – se questo accordo porterà ad altre e più complesse “sinergie” ma è un ulteriore prova di come gli operatori di telefonia italiani stiano progressivamente provando a mettersi alle spalle la stagione folle della competizione infrastrutturale. Che sia finalmente il tempo di ricominciare ad immaginare un futuro fatto di innovazione ed espansione per un settore per troppo tempo ripiegato su se stesso?». La Slc Cgil guarda dunque con grande attenzione «a questi passaggi come a quanto sta accadendo nel perimetro di Tim, colloqui con Open Fiber e sinergia con Vodafone per una infrastruttura 5G condivisa. Occorre ridare urgentemente valore alla intera filiera delle Tlc, ma per fare questo occorrono investimenti mirati e progetti di sviluppo. Solo così si potrà riportare prospettive di crescita per i lavoratori, a partire dagli “anelli deboli” della filiera: gli appalti di rete ed i Call center».
Intanto, lato Telecom in mattinata l’ad Luigi Gubitosi, ha detto di valutare «positivamente l'accordo tra Fastweb e Wind perché va nella direzione dell'accordo che noi abbiamo siglato con Vodafone». È normale del resto che «dati i costi di sviluppo ci siano delle condivisioni tra operatori, per cui, vedremo altri accordi», ha aggiunto il ceo Tim parlando di «un trend in tutta Europa». Il titolo dell’ex monopolista comunque ha risentito, chiudendo in calo del 2,2% sotto i 48 centesimi. Secondo Goldman Sachs l’intesa presenta «rischi incrementali» per Tim, Vodafone e Iliad in quanto Fastweb e Wind Tre insieme saranno in grado di competere meglio con un prodotto convergente. Tim, in particolare, rischia di perdere ricavi wholesale mobile da Fastweb, in qualità di operatore virtuale, come pure per le linee fisse da Wind Tre, che potrebbe far migrare i suoi clienti sull'infrastruttura di Fastweb. Della stessa opinione gli analisti di Bloomberg Intelligence secondo cui Tim potrebbe vedere il suo fatturato intaccato a partire dal 2020 quando i partner inizieranno a servirsi di altre reti per i servizi wholesale mobili e fissi.